Paolo Calissano shock: “Non è morto per quello”, la verità sconvolgente arriva solo adesso
Arriva solo adesso la verità sulla vera causa della morte di Paolo Calissano, il motivo shock è sconvolgente.
La verità arriva dopo anni di silenzio, ecco svelato il vero motivo che causò la morte dell’attore Paolo Calissano. Una verità scomoda e sconvolgente.
La morte di Paolo Calissano
Il celebre attore famoso alla fine degli anni ’90, Paolo Calissano, interpretò diverse parti di notevole successo. In molti se lo ricorderanno per la sua partecipazione in vari ruoli come per esempio, nella soap opera Vivere, nella fiction La dottoressa Giò e nel film Palermo Milano solo andata.
La sua carriera era all’apice del successo finché un brutto caso di cronaca, in cui vide implicato Calissano nell’omicidio per overdose di una donna brasiliana, deceduta nel suo appartamento di Genova, gli stroncò la carriera. Calissano ammise di avergli fornito lui la droga e quindi dopo aver accettato il patteggiamento, chiese di poter scontare la sua pena presso la Comunità per tossicodipendenti a Trofarello.
In seguito a quell’episodio però l’attore non riuscì mai a riprendersi, morirà poi il 29 dicembre 2021, nella sua casa a Roma, gettando la sua famiglia nel più totale sconforto.
La verità sconvolgente dietro la dipartita di Paolo
Ad un anno esatto dalla morte di Paolo Calissano, i giornali hanno pubblicato diverse notizie su di lui, alcune vere altre create ad hoc per fare scoop. All’epoca venne dichiarato che Calissano morì a causa di un cocktail di farmaci accidentali, che lo mandarono in overdose.
Il fratello, Roberto oggi ha deciso di fare luce sulla morte del fratello Paolo, per cercare di dargli un briciolo di dignità adesso che non c’è più. L’attore quella notte era consapevole del gesto che avrebbe commesso, non è stato accidentale, Calissano si è suicidato. Il mix letali di farmaci antidepressivi che ha ingerito è stato pianificato dall’attore il quale non ce la faceva più ad andare avanti.
Dopo aver scontato la sua pena verso lo Stato, non ha più trovato lavoro. Inoltre al suo nome veniva associato solo ed esclusivamente quel fatto, tutto questo l’ha portato in una profonda depressione.
Secondo Roberto: “Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente. Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo…La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi…Non riusciva a lavorare. Aveva scritto tre sceneggiature. Le ho lette. Sono molto belle. Una era autobiografica, raccontava una storia in una comunità, La foresta dei pini d’argento. Mio fratello era capace, appassionato”.
Purtroppo nessuno riporterà mai più indietro Paolo, ma forse guardando il suo caso, in molti potranno aiutare i propri familiari a non cadere nel tunnel della droga e della depressione.